Sei preoccupata per l’effetto che la vita in città può avere sulla tua pelle? Non sei la sola. Abbiamo chiesto a un’esperta dermatologa i suoi consigli per proteggere la pelle dagli effetti dell’inquinamento.
Gli effetti dell’inquinamento sulla pelle
Macchie, colorito spento e irregolare… Abbiamo già trattato diverse volte gli effetti che l’inquinamento può avere sulla pelle. Ma sapevi che l’inquinamento può potenzialmente rendere ancora più nocivi gli effetti dei raggi UV sulla pelle? Questo fenomeno, conosciuto come fotoinquinamento, ha diversi effetti negativi sulla pelle e tra questi uno dei più comuni è l’iperpigmentazione. Le ricerche condotte da L’Oréal, inoltre, suggeriscono anche un collegamento tra l’inquinamento atmosferico tipico delle città e la comparsa di pelle a tendenza acneica in età adulta.[1]
Una volta danneggiate, le cellule perdono la loro capacità di sdoppiarsi e l’epidermide non può più auto-rigenerarsi: il rinnovamento cellulare, dunque, non può più avvenire come prima, perché le cellule devono prima riparare il danno esistente (producendo antiossidanti).
Laurent Marrot, esperta L’Oréal
Durante un’intervista con la giornalista Vivienne Parry, l’esperta L’Oréal Laurent Marrot ha rivelato: “Le cellule cutanee sono esposte a stress causato dal fotoinquinamento, una combinazione di aria inquinata e raggi UV. Questa aggressione può danneggiare il rivestimento esterno della cellula, le sue proteine o addirittura alternarne il DNA. Una volta danneggiate, le cellule perdono la loro capacità di sdoppiarsi e l’epidermide non può più auto-rigenerarsi: il rinnovamento cellulare, dunque, non può più avvenire come prima, perché le cellule devono prima riparare il danno esistente (producendo antiossidanti). In sintesi, l’intero processo di rinnovamento dell’epidermide può essere seriamente compromesso dal fotoinquinamento”.
Come proteggere la pelle dall’inquinamento
Abbiamo chiesto alla dottoressa Nina Roos, dermatologa, i suoi consigli per contrastare al meglio gli effetti quotidiani dell’inquinamento sulla pelle. Secondo Nina, la pulizia del viso è un momento particolarmente importante per tutte coloro che vivono in città, poiché l’accumulo di impurità, sebo e unto sulla pelle può ostruire i pori, favorendo la comparsa di imperfezioni e punti neri: “Ciò che faccio spesso con le mie pazienti, e in particolare con quelle che non usano molto makeup, è chiedere loro di passare un dischetto di cotone inumidito sul viso. Se i residui sul dischetto sono grigi o tendenti al nero, è un chiaro segno che la pelle non è detersa in modo ottimale”. Qui puoi trovare i consigli di Nina per detergere e pulire la pelle in profondità.
L’applicazione a livello locale di alcuni ingredienti attivi “chiave”, come la vitamina C, la vitamina E e antiossidanti come la baicalina, aiuta a contrastare la comparsa dei segni di invecchiamento prematuro e degli altri segni legati al fotoinvecchiamento[2][3], che vanno sempre associati ad una protezione solare.[4] Per quanto riguarda invece lo stile di vita, non è necessario ribadire che anche l’alimentazione è fondamentale se vuoi rinforzare le difese naturali della pelle. Gli alimenti ricchi di vitamina C sono sicuramente indicati[5], mentre un’attività fisica regolare – o, più specificatamente, sudare – aiuta a eliminare le tossine che si possono accumulare sulla pelle.[6]
[1] ‘Contribution of pollution in premature skin aging’, L’Oréal Research. May 2, 2017
[2] Fitzpatrick R.E., Rostan E.F. ‘Double-blind, half-face study comparing topical vitamin C and vehicle for rejuvenation of photodamage’ in Dermatological Surgery 28.3 (2002) p. 231-236
[3] https://www.vichy.fr/le-vichy-mag/baicaline-la-puissance-d-une-racine-antioxydante/vmag47114.aspx
[4] Darr, D., Dunston, S. et al, ‘Effectiveness of antioxidants (vitamin C and E) with and without sunscreens as topical photoprotectants’ in Acta dermato-venereologica 76.4 (1996) pp. 264-268
[5] Eberlein-Konig B, Placzek M, Przybilla B. ‘Protective effect against sunburn of combined systemic ascorbic acid (vitamin C) and d-alpha-tocopherol (vitamin E)’ in Journal of the American Academy of Dermatology (1998)38: pp. 45-48
[6] Sears, M. et al, ‘Arsenic, Cadmium, Lead, and Mercury in Sweat: ‘A Systematic Review’ in Journal of Environmental Public Health (2012)